
Next Generation EU: le prospettive economiche dell’Europa dal 2025
Il 2025 si apre con un’Europa che naviga in acque economiche agitate, ma con strumenti e opportunità che potrebbero ridisegnare il suo futuro. Il Next Generation EU (NGEU), il piano da 750 miliardi di euro lanciato nel 2020 per rilanciare l’economia post-pandemia, continua a essere un pilastro fondamentale per stimolare la crescita e affrontare le sfide strutturali del continente. Ma quali sono le prospettive economiche per i prossimi anni e su quali settori conviene puntare per ottenere rendimenti positivi da un portafoglio di titoli europei, mantenendo un focus sulla sostenibilità e minimizzando il rischio?
Il contesto macroeconomico: un’Europa a due velocità I dati economici di inizio 2025 evidenziano un’Europa frammentata. La crescita del PIL reale si attesta allo 0,9% su base annua, ben al di sotto del potenziale, con la Germania che flirta pericolosamente con la recessione.
L’inflazione, salita al 2,4% a dicembre 2024, è trainata dai costi energetici, mentre quella core rimane inchiodata al 2,7%. Sullo sfondo, l’incertezza geopolitica – dai dazi annunciati dall’amministrazione Trump alle elezioni in Francia e Germania – aggiunge pressione. In questo scenario, la Banca Centrale Europea (BCE) ha optato per un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, portando avanti una politica accomodante che potrebbe vedere ulteriori riduzioni di 100 bps nel corso dell’anno.
Dall’altra parte dell’Atlantico, gli Stati Uniti procedono su un binario diverso: un PIL in crescita al 2,5%, un mercato del lavoro robusto e un’inflazione sotto controllo permettono alla Federal Reserve di mantenere i tassi invariati, con solo due tagli previsti per il 2025. Questa divergenza tra le due sponde dell’Atlantico riflette dinamiche economiche profondamente diverse, ma offre anche opportunità per gli investitori europei.
Next Generation EU, con i suoi fondi stanziati per transizione verde, digitalizzazione e resilienza economica, rappresenta una leva strategica per affrontare le debolezze strutturali dell’Europa.
A marzo 2025, gran parte delle risorse è stata allocata, ma l’impatto reale dipenderà dall’efficacia con cui i singoli Stati membri riusciranno a implementare i progetti. I settori su cui puntare nei prossimi anni emergono chiaramente dagli obiettivi del piano: Transizione energetica e sostenibilità: La dipendenza europea dai prezzi volatili dell’energia evidenzia l’urgenza di investire in fonti rinnovabili (eolico, solare, idrogeno verde) e in tecnologie per l’efficienza energetica.
Aziende attive in questi ambiti, soprattutto quelle con sede in paesi come Danimarca, Spagna e Italia, che hanno destinato quote significative del NGEU alla decarbonizzazione, offrono opportunità di rendimento a lungo termine con rischi moderati. Digitalizzazione: La trasformazione digitale rimane una priorità, con investimenti in infrastrutture 5G, intelligenza artificiale e cybersecurity.
Le imprese tecnologiche europee, spesso sottovalutate rispetto alle big tech americane, potrebbero beneficiare di una domanda crescente, soprattutto se sostenute da partnership pubblico-private finanziate dal NGEU.
Sanità e resilienza sociale: Dopo la pandemia, il rafforzamento dei sistemi sanitari e delle filiere produttive locali (ad esempio per farmaci e dispositivi medici) è un altro focus del NGEU. Questo settore combina sostenibilità sociale con stabilità economica, attraendo investitori prudenti. Investimenti sostenibili: un equilibrio possibile?
Ottenere rendimenti positivi da un portafoglio europeo nel 2025, mantenendo un approccio sostenibile e minimizzando il rischio, è ancora possibile, ma richiede una strategia oculata. La riduzione dei tassi da parte della BCE favorisce i titoli azionari rispetto alle obbligazioni sovrane, i cui rendimenti sono compressi.
Tuttavia, la volatilità legata all’incertezza geopolitica e alla dipendenza energetica suggerisce di diversificare.
Azioni ESG: Le imprese con un forte profilo ambientale, sociale e di governance (ESG) – specialmente nei settori energetico e tecnologico – offrono un mix di crescita e stabilità. Ad esempio, società come Enel o Siemens, che combinano innovazione e attenzione alla sostenibilità, possono essere pilastri di un portafoglio bilanciato.
Obbligazioni verdi: I green bond emessi da governi (come quelli italiani o francesi legati al NGEU) o da grandi aziende rappresentano un’opzione a basso rischio, con rendimenti modesti ma stabili, ideali per investitori difensivi. Fondi tematici: ETF focalizzati su energie rinnovabili o digitalizzazione consentono di ridurre l’esposizione a singoli titoli, sfruttando le tendenze di lungo periodo finanziate dal NGEU.
- Posted by Redazione Biportal
- On 2 Marzo 2025